Difficile
rispondere per chi come noi proviene da un sud tanto profondo e devoto da
sembrare pagano, dove
le nonne hanno nomi biblici e affrontano i pranzi della domenica come un sacramento.
Abbiamo
apprezzato gli azzardi della cucina moderna, l'agrodolce, il fusion, le
strutture escheriane, i termini francesi; abbiamo scoperto che esistono almeno
otto modi per tagliare una patata, che è sempre utile grattugiare un agrume, che
il seitan non è una regione subsahariana. Ma la pancia piena non ha scontato la
nostalgia.
Ci mancava il tempo sospeso del profumo di un sugo che sobbolle dal primo mattino, le esplosioni di dischi di melanzana in frittura, un lieve sentore d'aglio tagliato fino nelle polpette per compiacere il gusto dei più piccoli. Per aiutarci in questa archeologia del gusto è venuta a trovarci la nonna: ha usato il lembi di una tovaglia per creare un fagotto e lo ha riempito di piatti sovrapposti incastrando fondi e coperchi, l'originario e il genuino. Se tendi il naso e chiudi gli occhi riuscirai sicuramente ad avvertire quell’avvolgente profumo di…